Uscire in bicicletta oppure correre di mattina, a digiuno, quando la città dorme ancora. Qualcuno (pochi purtroppo) lo fa per abitudine. E perché ha scoperto che poi affronta la giornata con una marcia in più. Molti invece lasciano perdere, anche se è l’unico momento in cui potrebbero farlo, convinti che per sostenere uno sforzo si debba prima fare il pieno di “carburante”. Appartieni a questa categoria?
È il dubbio numero uno: come faccio a pedalare e/o correre se prima non mangio? Da dove prendo le energie necessarie allo sforzo? «È una preoccupazione infondata, perché in realtà l’organismo ha sempre a disposizione una buona scorta di glicogeno, sia nei muscoli sia nel fegato . Queste riserve, che di solito vanno dai 700 grammi a un chilo e 300 grammi, sono più che sufficienti a supportare un esercizio fisico moderato che può durare dai 30 ai 90 minuti. Fisiologia a parte, la natura stessa ti insegna che fare allenamento a digiuno è cosa buona e giusta. Basta pensare al mondo animale: i leoni, per esempio, che proprio nel momento in cui avvertono lo stimolo della fame si danno alla caccia. Chissà da quante ore non si nutrono, eppure corrono dietro alle gazzelle fino all’attacco vincente. E questo vale soprattutto per chi, come spesso accade nella nostra cultura, mangia tardi e va a letto dopo poche ore, senza dedicarsi ad alcuna attività».